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martedì 10 febbraio 2009

VERGOGNA

Vergogna ad Egli e ai suoi alleati che non hanno saputo fare altro che speculare sulla vita di una ragazza innocente, che chiedeva solo pace e niente di più, eppure voi siete riusciti ad andare oltre anche questa vicenda dimenticandovi di non essere nessuno per poter decidere meglio dei genitori di quella povera ragazza.

Il fatto che non siate riusciti ad intervenire è solo una fortuna per lei che nello spegnersi si è liberata finalmente dello schifo di cui l’avete circondata.

Vergogna al Vaticano che ancora non capisce dove si può azzardare a mettere becco e dove no.

La medicina, fino a prova contraria, non ha Dio e i medici che pensano di poter scegliere far le due cose allora hanno sbagliato mestiere perché non abbiamo il diritto di scegliere per le altre persone, soprattutto se queste sono in condizioni che noi nemmeno lontanamente possiamo concepire, per quanto dolorose e insopportabili devono essere.

Vergogna a tutti quei politici che hanno dato corda al Premier e ai suoi scagnozzi lasciandogli sfruttare questa situazione per abbattere la costituzione e la democrazia.

Vergogna a noi che ci siamo lasciati abbindolare da questa storia dimenticandoci di quello che succedeva nel frattempo e osservando come in un banalissimo reality gli ultimi difficili giorni di Eluana.

E di nuovo Vergogna a Lui che con le sue sciamaniche prognosi di possibili gravidanze e menzogne da medico con laurea acquistata, è riuscito a mentire anche su un dramma umano come questo.

Vergogna.

 

Eluana Englaro si spegneva poco dopo le Otto di ieri sera, per un arresto cardiaco.

I Familiari ora chiedono solo il rispetto per il lutto.

Cafè de l’Italie chiude con questo il capitolo Eluana Englaro, augurandole di essere finalmente arrivata in un mondo migliore di questo.



sabato 7 febbraio 2009

Il giorno più buio

“La democrazia funziona quando a decidere sono in due e uno è malato.” Winston Churchill

 

Sembra che alla fine Egli ci sia riuscito.

Ha trainato come un auriga impazzito il nostro cocchio fino a giungere ad un baratro dal quale è impossibile risalire.

Ora si potrà soltanto cadere e non ci resta che pensare “Fino a qui tutto bene".”-come dice Hubert nel film l’odio- “Jusq’ici tout va bien.”

Inconsapevoli e ciechi nel pronunciare parole in nome dell’illusione, convinti che tutto si sistemerà.

Ma questa volta nel sentire le sue parole, il freddo brivido della paura ha percorso con veemenza la mia spina dorsale.

Ieri sera il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nato a Milano nell’anno domini 1936 addì 29 Settembre (rovinando così una delle più belle canzoni firmate Lucio Battisti) ha tirato la prima irreparabile picconata al sistema democratico italiano.

Utilizzando come capro espiatorio la povera Eluana Englaro, della quale non parlerò in quanto la redazione di Cafè de l’Italie si rifiuta di dare corda a tale speculazione, prima di tutto per il rispetto che ognuno di noi ha per la vita e la libertà di scelta di qualsiasi individuo, e in secondo luogo perché di fumo negli occhi ne è già stato soffiato in ingenti quantità.

Soffermiamoci su quello che Egli, il quale d’ora in poi da me non verrà più nominato essendo meritevole, a mio avviso di quella pratica che i romani chiamavano “damnatio memoriae”, dicevo, di quello che Egli si è permesso di fare ieri, il giorno più drammatico per la nostra Repubblica.

Il nostro Presidente Giorgio Napolitano, in data 6 febbraio 2009 si ricordava per la prima volta nel suo mandato dei suoi poteri e dell’importanza della sua carica e in nome di tutto questo decide di non controfirmare il vomitevole decreto legge sul caso Englaro.

Il suddetto DDL violava, infatti, gli articoli 3,13,32 e 77 della costituzione come evidenziava Napolitano nella sua lettera di rifiuto inviata al premier che creava questa cartaccia, per impedire ai medici e ai familiari di Eluana di procedere con la sospensione della sua alimentazione assistita.

Dichiarato del tutto privo di fondamento e completamente Anticostituzionale il dl veniva dunque rispedito al mittente.

Egli però non se ne cura e la carica di Napolitano viene umiliata e totalmente ignorata. L’altra parte della democrazia italiana, dopo un ultimo immane sforzo di resistenza, cade sotto la malata onnipotenza di mr. B., il quale convoca il Consiglio dei Ministri e in 10 minuti emana comunque il decreto, senza essere minimamente toccato dalle parole e dall’ordine specifico del Presidente della Repubblica.

Fini, il suo fedele compagno di ventura, è indignato e si schiera dalla parte del Quirinale.

L’opposizione tutta è incredula, basita.

Mai, infatti, nella nostra breve storia di democrazia (ormai al crepuscolo) un fatto di tale gravità era accaduto.

Il primo ministro viola quella teoricamente inviolabile parte della costituzione che garantisce un controllo bilanciato del potere (teoricamente è così che funziona una democrazia).

Ma la cosa che fa ancora più rabbia è il fatto che tutto questo sia stato previsto da Lui, programmando quello che sarebbe accaduto con cinica e preoccupante mente calcolatrice.

Il primo ministro creando questo improponibile disegno di legge e minacciando di modificare la costituzione, fa contenti tutti quanti: dal Vaticano che così smetterà di fare pressioni sulla questione Englaro, vincendo con la forza, la volontà dei familiari di Eluana; ma si compie forse così il volere di Dio? In secondo luogo accontenta Napolitano che per una volta esercita il suo  potere e fa valere la sua carica, per un attimo smettendo di interpretare la parte dello spettatore, passivo di fronte alle facinorose azioni della Banda Bassotti.

Ma soprattutto Egli riesce ancora una volta a viziarsi, accontentando se stesso. Nel decreto legge, infatti, vengono inseriti altri articoli e modifiche molto interessanti, riguardanti la giustizia.

Secondo queste modifiche la pubblica accusa non potrà più ricorrere in appello nel caso dell’assoluzione di un imputato; al contrario però, la difesa potrà domandare il rinvio a giudizio e o ricorrere in appello nel caso di una condanna.

La controriforma della giustizia varata ieri dal Consiglio dei Ministri e il nuovo pacchetto sicurezza che legalizza le ronde padane e impone ai medici di denunciare i malati clandestini sono altre fantastiche particolarità di questo ddl.

Tutelando in questo modo ogni tipo di delinquente Egli riesce a schiacciare ormai definitivamente il potere giudiziario della magistratura.

Insomma come ho già detto ieri è stato forse il giorno più buio per la democrazia italiana dai tempi dell’omicidio di Aldo Moro.

Mai il nostro paese era stato così in pericolo.

Egli che io, continuerò a non nominare fino al giorno in cui non sparirà dalla scena politica e storica italiana, continua imperterrito a violentare la costituzione a prenderci in giro e a farci prendere in giro con le sue basse (almeno quanto lui) battutine sugli ebrei, sui presidenti eletti, con le sue pagliacciate e i suoi scherzi idioti.

Non possiamo permettere che un uomo del genere continui a distruggere quello per cui i nostri antenati si sono battuti. Vorrei fare quindi un appello a tutti dalla Lega all’Italia dei Valori, gli unici partiti in grado di spezzare le gambe a questo mostro mangia costituzione, e quindi gli unici che possono ancora proteggere la libertà e la democrazia.

A tutti noi invece, comuni cittadini attivi e non, apriamo gli occhi e reagiamo perché il nostro paese sta morendo schiavo, e noi con lui.

 

Francesco Ramagli, Cafè de l'Italie