C'è chi afferma che questo presidente nero sia veramente l'uomo della svolta che tutti aspettavano.
Una cosa è certa: nel suo programma le svolte concrete si possono già assaporare e l'elemento cardine per la politica dei prossimi anni di governo democratico è l'ambiente.
Sintomo dell'importanza che Obama attribuisce a questo delicatissimo tema è l'affidamento del corrispondente incarico ministeriale al premio Nobel per
E' oramai assunto dagli economisti di tutto il mondo quanto l'ambiente influirà nello sviluppo delle nuove tecnologie nel campo dell'industria mondiale, aspettando l'alba dell'ormai prossima 3a rivoluzione industriale, e certamente ne è consapevole anche Obama!
Ecco i punti focali riguardanti il tema ambientale:
Cambiamento climatico:
Posto in primo piano nella politica ambientale di Obama è il cambiamento climatico e uno dei primi interventi, annunciato precedentemente nel programma elettorale, potrebbe essere quello di rovesciare il divieto di regolare in modo autonomo le emissioni di CO2 dalle automobili riducendole del 30% tra il 2009 e il 2016, quest'ultimo era stato imposto da Bush a dicembre alla California.
Energie alternative:
Obama ha indirizzato un importantissimo programma di investimento nello sviluppo di fonti di energia alternative (investimenti fino a 150 miliardi di dollari in dieci anni per incrementare la produzione energetica da fonti rinnovabili dal 7 al 25-30% entro il 2025 ). Investire sull’energia pulita e sull’efficienza energetica, infatti, porterà a creare circa 5 milioni di posti per quelli che vengono definiti ‘nuovi lavori verdi’, figure legate allo sviluppo di biocarburanti, di impianti a bassa emissione di combustibile fossile, alla promozione su scala commerciale dell’energia rinnovabile, alla transizione verso una nuova rete elettrica digitale. Si investirà poi in forza lavoro altamente specializzata nelle nuove tecnologie ecologiche.
Petrolio:
E' prevista la riduzione del consumo di petrolio del 35% entro il 2030: il primo presidente USA nero ha specificato che l'economia americana continuerà a rimanere debole se non ci saranno serie politiche di indirizzo per l'indipendenza dal petrolio. E' una svolta: sono parole nuove che mai si sono udite dal suo predecessore! Gli scritti di Obama ricordano che sin dai tempi di R. Nixon è noto che questa dipendenza mette a rischio la sicurezza interna, perché, se da un lato gli USA fanno guerra al terrore, dall’altro, con l’acquisto di petrolio, sostengono i regimi più dispotici del mondo.
Nucleare:
La crescita dell’energia nucleare è oggetto di attente riflessioni. Secondo Obama il futuro dell’espansione del nucleare comporta quattro problemi chiave: il diritto del pubblico all’informazione, la sicurezza del combustibile e delle scorie, l’immagazzinamento delle scorie, e la proliferazione incontrollata, problemi che toccano sia la politica interna che quella estera. Obama ha presentato leggi al senato per fissare linee guida per il controllo degli impianti nucleari. Inoltre ribadisce che il controllo di materiale nucleare sia all’estero che negli USA è la principale priorità dell’antiterrorismo e che nello stesso tempo è urgente assicurarsi che le scorie accumulate nei siti dei reattori attualmente in funzione siano conservate usando le più avanzate tecnologie attualmente disponibili.
Considerazioni:
A partire dal momento in cui la vittoria di Barack Obama è stata ufficializzata, le forze politiche italiane hanno fatto a gara a saltare sul carro del vincitore, dichiarando il proprio sostegno all’ormai ex senatore dell’Illinois. Fenomeno bizzarro in un paese che si era già segnalato come il più pro-Mc Cain di tutta l’Europa occidentale.
Sforziamoci però di ignorare questo indegno spettacolo e di guardare a quelle che potrebbero essere le principali conseguenze dell’imminente presidenza Obama sulla politica del governo italiano dell'ambiente. Obama, con una sterzata a 180° rispetto alla linea seguita dagli USA durante gli otto anni di George W. Bush, mette pesantemente in crisi il nostro ministero. E' una linea completamente opposta rispetto a quella seguita dal governo Berlusconi, che si è recentemente distinto per anti-ambientalismo minacciando il veto sull'accordo 20-20-20 ( l'accordo prevede, da parte dei paesi dell'Unione Europea, entro il 2020, la riduzione del 20% dell'emissione dei gas serra, l'aumento dell'efficienza energetica del 20% e il raggiungimento della quota del 20% di fonti di energia alternative) sostenuto dai principali paesi europei.
Uno degli argomenti del governo italiano era infatti il seguente: che senso ha per l’Europa prendere degli impegni così gravosi per ridurre le emissioni nocive, se grandi inquinatori come Cina e USA non fanno altrettanto? Una linea aspramente contestata da Sarkozy, Merkel, Brown e Zapatero, che sostengono precisamente che se l’Europa non dà il buon esempio, nessuno si muoverà.
Con l’elezione di Barack Obama la posizione italiana diventerà con ogni probabilità sempre meno “sostenibile” sul piano internazionale, oltre che dal punto di vista ambientale.
Chi dobbiamo ringraziare per questo?
Alessandro De Tata, Cafè de l'Italie
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