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mercoledì 21 gennaio 2009

Yes, We Can !


Il 20 Gennaio 2009 diventerà per noi che lo abbiamo vissuto e per il futuro, uno di quei giorni che hanno cambiato la storia.

Come il 14 luglio 1789, come il 9 novembre 1989 e come l’11 settembre 2001, questa giornata sarà per sempre ricordata come quella del cambiamento.

Barack Obama ce l’ha fatta e come ha detto poche ore fa, durante il suo discorso al Capitol Hill “Today the World has changed.” Oggi il mondo è cambiato.

Gli U.S.A. hanno eletto il primo presidente Afroamericano e nonostante siano stati i democratici il partito trionfante, la vittoria questa volta ha un significato ben più esteso.

E’ la vittoria delle minoranze, dei perseguitati, degli emarginati.

E’ la vittoria di una nazione che da guida e musa per molti altri paesi, è stata portata ad una crisi senza precedenti.

E’ la vittoria della democrazia e della libertà che da tempo ormai erano state abbandonate per altri disvalori.

Il sogno americano, che in fondo è un po’ il sogno di tutti, è realtà da ieri pomeriggio quando ufficialmente Barack Obama è diventato il 44° presidente degli Stati Uniti d’America segnando un nuovo traguardo nella storia dell’uomo.

Nessuno dei suoi predecessori infatti, era stato capace di smuovere le masse e di riunire nel giorno del suo insediamento milioni di persone, arrivate a Washington per l’occasione.

Ma quello che personalmente trovo strabiliante, ancora di più di un presidente americano nero, è quello che quest’uomo rappresenta per i suoi cittadini e, cosa ben più importante, per il mondo intero.

Barack Obama è il sinonimo di speranza per molta gente fino ad oggi lontana dagli Stati Uniti.

Simbolo di emancipazione e determinazione quest’uomo non è stato scelto a caso e non ha vinto solo per merito dei voti; credo, infatti, che il suo ruolo gli sia stato imposto e donato dalla storia e ancora di più, dall’esigenza dei popoli e del futuro che pretendono una svolta a questa buia situazione globale.

In Obama sono riflesse le speranze di milioni e milioni di persone ed è suo dovere e obbligo ora, mantenere le promesse e rispettare i suoi compiti in modo tale che le speranze e i sogni di tutti coloro che hanno creduto in lui e nella democrazia, vengano plasmati in qualcosa di reale e tangibile.

L’ambiente, il Medio Oriente e l’economia sono gli scogli che per prima cosa dovrà superare per poter continuare sulla sua rotta.

Ieri, il mondo intero si è fermato per lui e finalmente sembra pronto per muoversi con lui.

“Yes we can, with you, we can”.

Forza Obama.


Francesco Ramagli , Cafè de l'Italie

2 commenti:

  1. Ascoltando il suo discorso mi sono commossa...ha fatto rinvigorire la fiamma del mio sogno americano che ormai era ridotto a cenere... Mi ha fatto tornare la fiducia nell' America (U.S.A! U.S.A! :) ) e nel mio singolo essere, sono stata fiera di lui come se fosse stato mio padre.

    ...intanto Berlusconi intesta una hall di un albergo a sua madre con i nostri soldi...

    ..YES WE CAN...

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  2. Le sue parole mi hanno commossa.
    Hanno riacceso il fuoco dell'American dream che ormai si era ridotto ad un mucchietto di ceneri...mi ha ridato fiducia nell'America (U.S.A! U.S.A! :) ) e nella mia singola persona.
    Mi sono sentita fiera di lui come se fosse stato mio padre.

    ...intanto il Berlu dedica la Hall di un albergo a sua madre con i nostri soldi...Yes we can...l'importante in Italia è esserne convinti...

    RispondiElimina