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martedì 16 dicembre 2008

IDV: Indipendentemente Da Veltroni


Non era ancora giunta l'ora del tè che ieri in Abruzzo, il PDL e il suo candidato per le regionali Gianni Chiodi già esultavano.

Il Partito Della Libertà vince con una buona maggioranza, il 48,81 %, sull’opposizione di centrosinistra guidata da Carlo Costantini dell’Italia Dei Valori, 42,67 %. Chapeau.

Ma analizziamo bene le percentuali di questa pazza giornata elettorale:

A recarsi alle urne ieri in Abruzzo è stato il 53 % della popolazione con diritto di voto, poco più di un milione di persone, il che segna un capitolo triste nella storia della democrazia italiana. Detto questo, passiamo ai contendenti:

Il PDL vince con il 35 % dei voti che sommati ai restanti della sua coalizione raggiunge come sopraddetto il 48,81%.

Ma è nel centrosinistra che troviamo la novità: l’Italia Dei Valori dell’ex magistrato Antonio Di Pietro sale del 15,03 % dalle ultime amministrative mentre il Partito Democratico perde il 14 % dei voti ottenendo solo il 19 %.

Dal partito che si afferma essere l’opposizione al governo Berlusconi ci si dovrebbe aspettare di più. Eppure noi di Cafè de l’Italie un pochino ce lo aspettavamo.

Con questo non voglio darci dei veggenti però il sentore generale era quello di non vedere nell’opposizione, opposizione alcuna.

Veltroni afferma, facendo mea culpa, “il dato dell'astensionismo è impressionante. In Abruzzo ha votato il 30% in meno - afferma il segretario del Pd - vuol dire che c'è malessere, stanchezza e critica anche nei nostri confronti. Dobbiamo fare di più sulla questione etica - aggiunge. - Dobbiamo essere sereni con noi stessi e poi con gli altri. Ma Berlusconi non si può permettere di parlare, il 10% dei suoi parlamentari ha problemi di questo tipo” (www.Corriere.it - 15 dicembre 2008) e la sua reazione è certamente preferibile a quella di alcuni suoi colleghi del centrosinistra come Nicola Latorre che si preoccupa del fatto che Di Pietro stia erodendo più voti al Partito Democratico che al PDL. Forse non dovrebbero lor signori preoccuparsi ma umilmente cedere il passo ad un partito che Indipendentemente Da Veltroni riesce a fare opposizione, alzando la voce quando serve e ammettendo la ragione della parte opposta quelle poche volte che c’è.

Ovviamente Berlusconi coglie la palla al balzo e consapevole che all’interno del Partito Democratico il turbamento sarebbe stato forte dopo tale batosta ed esulta così: “E’ la conseguenza di chi ha regalato le chiavi del partito nelle mani di Di Pietro. Le urne hanno dimostrato che il Partito democratico è ridotto ai minimi termini, guidato ormai dall'Italia dei Valori, mentre la vittoria che si sta prefigurando rappresenta l'affermazione del buon governo”.

La vecchia volpe (non quella avvistata in Downing Street) prova subito a mettere zizagna in un PD sempre più disorientato dalla presenza infausta di un partito che per prima cosa antepone la morale e l’etica politica che sembrano spariti come la calvizie di Silvio.

Veltroni ha ragione che una così bassa affluenza alle urne dimostra che fra i cittadini c’è malessere, non si sentono rappresentati.

Ma dal momento in cui un partito suo alleato nella lotta contro quello che sempre di più ricorda un regime comincia a prendere il sopravvento, allora bisogna riconoscere che quella fetta di popolazione si vede rappresentata da un altro leader, e se davvero credi nella libertà e nella giustizia per quella parte della cittadinanza, è arrivato il momento di farsi da parte.

Senza rancore ma nel rispetto dell’onestà e della libertà che saranno giustamente rese.

Indipendentemente Da Veltroni.


Francesco Ramagli, Cafè de l'Italie

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